'La Via Cilento' - attraverso il Parco Nazionale del Cilento (il meglio della ‘Via Silente’) - BVS14
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Un percorso meraviglioso attraverso il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
La regione Campania è conosciuta come un paradiso in terra fin dai tempi antichi. I Greci vi costruirono alcuni dei loro templi più imponenti e sotto i Romani divenne nota come ‘Campania Felix’, o la Terra Felice. Quando si viaggia attraverso questa regione, si viene sopraffatti dalla sua ricchezza di attrazioni culturali e naturali, dalla grande città di Napoli alla nota Costiera Amalfitana, con le sue alte scogliere e baie suggestive. Il vero segreto della Campania si trova a sud di Salerno. Qui la costa si fonde con la montagna dando origine a quella zona meravigliosa, nota come il Cilento, oggi uno dei più grandi Parchi Nazionali d’Italia e Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questa è una zona di straordinaria bellezza, dove acque cristalline lambiscono incontaminate coste rocciose e foreste selvagge coprono alte vette, un paradiso per il cicloturismo!
Uno dei percorsi cicloturistici sempre più popolare è la Via Silente, un viaggio di 600 km., che ripercorre i tratti costieri e si inoltra tra le montagne del Parco Nazionale del Cilento. Il percorso deve il suo nome alle sonorità dei luoghi attraversati, il silenzio.
La Genius Loci Travel offre la possibilità di percorrere le parti migliori della ‘Via Silente’, selezionando e calibrando le tappe, e togliendo alcune parti meno interessante, sostituendole con alcune integrazioni ‘da non perdere’ e sistemandovi nelle strutture migliore che il Cilento ha da offrire! Il meglio del cicloturismo nel Cilento insomma. Abbiamo chiamato questo tour la ‘Via Cilento’.
Si inizia dalla piana del Fiume Alento, che ha dato il nome al Cilento, soggiornando in uno dei migliori agriturismi della zona, per cominciare ad assaggiare anche i sapori del Cilento, sin dal primo giorno. La prima parte del percorso è molto suggestiva. Si attraversano Pioppi ed Acciaroli, villaggi di pescatori. Da qui, si prosegue per 40km lungo la bellissima costiera cilentana. Da questo punto in poi, ci vorranno 400km prima di trovarvi ancora una volta nellla piana del Fiume Alento.
Nel frattempo, avrete viaggiato attraverso una terra incredibile. Avrete toccato l’acqua limpida del fiume Calore e goduto del fascino primitivo delle grotte di Castelcivita e Petrosa, ricche di stalattiti e stalagmiti. Pianure, boschi di faggio, valli punteggiate d’orchidee, affascinanti borghi rurali e molto altro ancora. Il vostro tempo nel Cilento sarà stato magico anche se non privo di difficoltà; questa percorso infatti attraversa e sfida una terra aspra, selvaggia e proprio per questo autentica.
Siamo sicuri che durante questo tour conoscerete ed amerete il Cilento, scoprendo i suoi tesori naturali e culturali. Resterete piacevolmente sorpresi dall’ospitalità della sua gente, che vi farà sentire un ospite gradito.
Giorno 1 – Arrivo a Casalvelino (Marina)
Dopo il tuo arrivo a Castelnuovo sarai accompagnato nel primo alloggio. La tua bici ti aspetta qui. Se vuoi potrai già fare un breve giro al Parco archeologico di Elea-Velia e arrivare in spiaggia per un tuffo nel mare di Ascea prima di rientrare nell’alloggio. Nel tardo pomeriggio ti verrà consegnata la “Silentina” insieme a tutto il materiale informativo. Per finire gusterai una prima ottima cena basata su specialità locali.
Giorno 2 – da Casalvelino Marina a Pollica
Il viaggio parte dalla piana del Fiume Alento, per poter abituarsi alla bici in piano, prima di affrontare le prime salite. La tappa, nel suo complesso non presenta grosse difficoltà; dopo 11 km circa dalla partenza si comincia a risalire su un tratto collinare con pendenza media inferiore al 5%. Ad Acquavella ci si può fermare per una breve sosta prima di proseguire in direzione di Stella Cilento (386 m s.l.m) alle pendici del monte omonimo. Di qui, proseguendo per circa 3 km sulla SP77, ci si può allungare fino al paesino di Omignano dove a ridosso della piazzetta è possibile visitare il minuscolo laboratorio dell’artigiano cestaio Giuseppe Giuliano. Ritornando sulla medesima strada, al primo incrocio ci si immette sulla SP15C, e si prosegue in direzione di Galdo Cilento, dove quasi obbligatoria è una sosta al Caffè letterario, “luogo dove idee e pensieri prendono forma”, fortemente voluto da Angelo Vassallo, il “Sindaco Pescatore”. La vostra tappa si concluderà a Pollica, borgo situato sulle pendici meridionali del Monte Stella (1131m s.l.m) ed affacciato sullo splendido mare di Acciaroli. Mare che potrete raggiungere l’indomani mattina, alle prime luci dell’alba, quando ancora i pescatori staranno facendo rientro dalla loro pesca notturna.
Distanza: 37 km.
Giorno 3 – da Pollica a Vatolla – 2a Tappa de La Via Silente
Protagonista di questa tappa è il mare: vi accompagnerà durante le prime ore della giornata rimanendo alla vostra sinistra almeno fino a quando non comincerete a risalire verso il paesino di Castellabate: un pezzo di litorale cilentano davvero unico per l’alternanza di spiagge, scogli e lussureggianti pinete. Godete a pieno di questa visione, ritroverete il mare solo dopo un bel po di chilometri. Dall’abitato di Pollica si raggiunge la costa in breve tempo. La strada, tutta in discesa è ricca di curve ed arriva al mare dopo circa 8 km, attraversando terrazzamenti coltivati ad olivo. Raggiunta la RS267 vi ritroverete con il piccolo paese di Pioppi alle spalle, sede del museo del mare (http://www.museovivodelmare.it/), in un paio di minuti, volendo lo si può raggiungere. Approfittatene per bere un caffè al bar della piazzetta prima di riprendere la strada verso Acciaroli. Sorto come suggestivo borgo di pescatori, Acciaroli è diventato nel tempo località turistica balneare di rilevanza nazionale. Da qui, senza allontanarsi mai dalla costa, si raggiungono Agnone e poi Ogliastro Marina. Qui ha inizio un percorso di circa 8 km che attraversa lo splendido bosco di pini d’Aleppo, tra le più antiche e meglio conservate pinete dell’intero territorio del Parco Nazionale del Cilento. Il tracciato, fiancheggiato da numerosi esemplari di carrubi, passa per la suggestiva Punta Licosa, fronteggiata dalla piccolissima isola omonima dal caratteristico isolato faro e sulla quale vive la lucertola endemica Podarcis Sicula Klemmeri. Subito dopo l’abitato di San Marco di Castellabate, si lascia nuovamente la costa per addentrarsi nel cuore del Cilento. Si affronta ora il primo importante dislivello della Via Silente, quello che vi consentirà di raggiungere Castellabate, noto per essere stato scenario del famoso film “Ben venuti al Sud”. Vale assolutamente la pena di fermarsi a visitare il borgo e soprattutto il suo castello, costruito per volontà di Costabile Genticolore, quarto abate della Badia di Cava, che diede inizio ai lavori il 10 Ottobre del 1123. Si lascia Castellabate e si risalgono i rilievi collinari fino al paesino di Perdifumo, superato il quale si attraversa prima Mercato Cilento per concludere poi la tappa a Vatolla. Visitando il centro storico noterete in particolare il turrito Palazzo De Vargas, sede del museo dedicato al filosofo Gianbattista Vico, che qui soggiornò per nove anni in qualità di istitutore dell’allora proprietario Marchese Rocca. Ancora oggi è possibile sedersi all’ombra dell’ulivo del Vico, nel piazzale del Convento della Pietà. Sembra che sotto le sue fronde, nella pace assoluta di cui si gode in questi luoghi, Vico realizzò l’idea fondante della “Scienza Nuova”, basata sulla scienza della storia, intesa come creazione dell’uomo, capace di forgiare la sua stessa realtà.
Distanza: 47.5 km.
Giorno 4 – da Vatolla a Stio – 3a & 4a Tappa de La Via Silente
Da Vatolla si procede per Mercato Cilento; da qui, tramite un lungo sterrato che parte dal Convento del Carmine, si arriva a Rocca Cilento, dominato dalla fortezza angioino-aragonese. Quindi si scende a Torchiara, bel centro adagiato su di un panoramico crinale e si prosegue sulla Statale 18 fino a quando, ancor prima di raggiungere Ogliastro Cilento, una stradina sulla destra vi condurrà al paesino di Finocchito e di qui prima a Monte Cicerale e poi a Cicerale, paese di tappa. Mercato Cilento era un tempo importante crocevia per chi percorreva il territorio del Monte Stella. Nel paesino s’imbocca una traversa che conduce dinanzi al notevole convento del Carmine, fondato nel XV sec. Da qui parte un interessante percorso che segue il crinale, con vedute sia verso l’interno che verso il mare. La strada lambisce il fitto bosco della Selva di San Francesco e giunge infine in vista dello scenografico castello, cui è legato il nome del sottostante paesino di Rocca Cilento. Il Castello costituisce uno dei monumenti più caratteristici del paesaggio del Cilento, adagiato sulla cima di un poggio a 635 m di quota. . Lasciando Rocca Cilento sulla strada si costeggia l’antico Convento di San Francesco, fondato nel 1417 da san Bernardino da Siena con l’aiuto di alcune famiglie nobili del posto. Proprio sul piazzale antistante il complesso ancora si svolgono le due storiche fiere, quella di San Francesco e quella delle Palme.Da Torchiara, il cui nome deriverebbe dal latino Turris Clara, in riferimento ad una delle torri fondate in zona dai Longobardi, si prosegue per 3,5 km sulla SS18, fino a quando, una panoramica stradina sulla destra, vi condurrà fino al piccolissimo paese di Finocchito. Fermatevi a riposare sulla piazzetta antistante la chiesa, qui il silenzio regna sovrano. Lasciato Finocchito si prosegue in direzione di Cicerale. Questa strada lambisce l’invaso più grande dell’intero territorio del Cilento e del Vallo di Diano: la Diga dell’Alento. Attorno alla diga sorge l’Oasi Fiume Alento, luogo ideale per gli appassionati di birdwatching. Le prime notizie su Cicerale si ritrovano su un documento del 1461. L’origine del toponimo deriva dall’espressione latina Terra quae cicera alit, cioè “terra che nutre i ceci”. A tutela di queto prodotto, riconosciuto come P.A.T. dalla regione Campania, dal 2009 opera l’associazione “Ciceralit”, che ha elaborato il disciplinare di produzione dei ceci locali. Il paese celebra il legume con una sagra nella seconda metà del mese di agosto. Lasciato l’abitato di Cicerale, ci si dirigerà verso Trentinara, posto su un costone roccioso a picco sulla sottostante Valle del Sele. Proprio per la sua posizione (606 m s.l.m.), Trentinara è conosciuta come la “terrazza del Cilento”. Dalla famosa piazzetta panoramica in cima al paese, lo sguardo potrà spaziare dalla Costiera Amalfitana fino a Punta Campanella e Capri. Se per vostra scelta doveste decidere di fermarvi una notte in paese, visitatene il centro storico e i monumentali portali risalenti al XVIII e XIX secolo, ma al crepuscolo ritornate sulla piazzetta: potrete godere di uno dei più bei tramonti che la Via Silente sarà in grado di offrirvi. Passare di qui nella seconda settimana di Agosto vi darà inoltre la possibilità di partecipare alla caratteristica “Festa del Pane” : odori, sapori e suoni si mescoleranno tra i vicoli del paese; l’ottimo vino del posto farà il resto e probabilmente deciderete che valga la pena fermarsi qualche giorno in più. Da Trentinara a Magliano Vetere si pedalerà su di un percorso leggermente ondulato, ma senza bruschi cambiamenti di pendenza. Percorrendo la SP13b scorgerete sulla vostra sinistra l’abitato di Magliano Nuovo. Proseguendo farete tappa a Stio, sede del Museo Trotta, della bottega artigianale dei maestri liutai del Cilento, del museo della fotografia e di un centro storico tra i più belli della Via Silente.
Distanza: 57.5 km.
Giorno 5 – da Stio, via Felitto, a Sicignano degli Alburni – 4a & 5a Tappa de La Via Silente
Uscendo dall’abitato di Stio, si ritorna verso le campagne di Magliano Nuovo, dove una discesa su fondo sterrato vi condurrà sulle rive del Fiume Calore; da qui, su una strada costeggiata da alberi di querce, raggiungerete il bellissimo ponte trecentesco, tipico per la sua forma a schiena d’asino. Passando sul ponte, il percorso si allontana dal fiume e risale sino ad una comoda strada secondaria, che conduce in località Remolino, ai piedi del costone del paese di Felitto. Da qui potrete partire per il trekking lungo le gole del fiume Calore, fare il bagno nelle sue limpide acque per poi rifugiarvi in una tipica trattoria a gustare i Fusilli Felittesi, gustosissima specialità di questi luoghi. Per qualche giorno saremo in compagnia del Calore e dalle meravigliose strutture carsiche che questo fiume ha creato incontrando la roccia calcarea. A pochi chilometri dalle Gole di Felitto si supera Castel San Lorenzo e quindi l’abitato di Roccadaspide, dominato dal compatto Castello Filomarino. Proseguendo, il paesaggio è chiuso sullo sfondo dai Monti Alburni, ai piedi del quale sorge lo scenografico borgo di Castelcivita, sotto il cui costone si aprono le famose Grotte di Castelcivita, le cui grandi sale ricchissime di straordinarie concrezioni meritano una visita. Le grotte si trovano sulla sponda destra del fiume, a metà strada tra Castelcivita e Controne. La Via Silente non attraversa il paese di Castelcivita, ma se avete tempo e gambe andateci, ne sarà valsa la pena. Dopo la visita alle grotte, riprendete la strada verso Controne; qui si organizzano discese fluviali lungo diversi tratti del fiume: l’esperienza sarà incantevole, ma comporterà una sosta di almeno 4 ore per cui dovrete scegliere se proseguire la vostra tappa verso Petina o fare rafting e ripartire il mattino successivo. Da Controne, paese noto per gli ottimi fagioli, seguendo le indicazioni stradali per il cimitero, una strada secondaria risale i fianchi dei Monti Alburni fino a Postiglione, che si presenta con il suo ben restaurato castello medievale. La strada si inerpica per poco più di un chilometro, dopodiché la salita diviene più lieve. Alla vostra destra la presenza imponente degli Alburni vi farà da guida e a mano a mano che si salirà gli ulivi lasceranno il posto alle specie caducifoglie: è il segno più evidente dell’aumento dell’altitudine. Lasciata Postiglione, una strada secondaria si defila appena oltre il cimitero e vi conduce dopo pochi km di nuovo sulla strada principale. All’incrocio di Scorzo si prosegue in direzione di Sicignano degli Alburni. Da qui e lungo tutto il percorso sino a Petina la vista è dominata sulla destra dai possenti e magnifici contrafforti del Monti Alburni. Passando per Sicignano, si noterà subito il suo antico castello recentemente restaurato e scenograficamente posto su di un rilievo a guardia della sottostante valle.
Distanza: 65 km.
Giorno 6 – da Sicignano degli Alburni per Petina verso i Monti Alburni a Roscigno – Seconda parte della 5a Tappa de La Via Silente + 6a Tappa de La Via Silente
Sicignano degli Alburni – Roscigno non è una tappa semplice: oggi dovete prepararvi ad affrontare nuovamente i monti Alburni raggiungendo quote sino ai 1200 mt di altitudine. Da Petina si seguono le indicazioni per l’osservatorio astronomico del Casone Aresta. Inizia una notevole ascesa all’interno di un fitto bosco di castagni al termine della quale vi ritroverete su un’ampia radura: qui sorge l’Osservatorio, suggestivo ed isolato edificio, reso un po’ surreale dalla caratteristica cupola metallica che accoglie le strumentazioni scientifiche. Superato il Casone dell’Aresta, un sentiero si defila dal percorso principale per risalire il rilievo di Costa Palomba (1125 m) , sulla cui sommità è l’Antece, scultura intagliata in un masso ritraente un guerriero ad altezza naturale, vestito con un chitone e armato di clava e di scudo. Orientata verso ponente, l’Antece potrebbe essere la rappresentazione di un dio o di un eroe. La datazione della scultura è piuttosto difficile, ma comunque compresa tra il primo millennio e il IV sec a.C. Raggiungere il guerriero vi costerà tempo e fatica e ad un certo punto dovrete lasciare il vostro mezzo di trasporto e proseguire a piedi. Di certo una volta giunti a destinazione rimarrete senza parole alla vista del panorama straordinario di cui da millenni gode l’Antece. Ripresa la bici sarà tutta discesa fino a Sant’Angelo a Fasanella. Tra giugno e luglio una pennellata di giallo va a colorare questo versante di montagna e l’odore della ginestra fiorita vi accompagnerà fino all’ingresso in paese. A Sant’Angelo vi attende l’ennesima meraviglia di questo percorso; appena fuori dal centro abitato, sotto un costone roccioso ad ovest, si apre la Grotta di San Michele Arcangelo. Qui l’opera della natura e quella dell’uomo si incontrano in un rapporto di reciproco rispetto e timore. Accessibile attraverso un portale tardoquattrocentesco, che recupera due medievali sculture leonine, l’interno della grotta ha una serie di antri assai ampi e alti, con un pavimento in cotto e maioliche del 1614. Tra le opere presenti, la tomba dell’abate Francesco Caracciolo del 1585, un pozzo, un pulpito, un altare barocco e due nicchie con statue della Vergine (sec XIII-XIV). Il sito, cosi come l’Antece, è patrimonio dell’UNESCO. Allontanandoci da Sant’Angelo a Fasanella si passa per Corleto Monforte e a quel punto mancheranno solo una decina di chilometri alla meta e probabilmente riuscirete a raggiungere Roscigno in tempo per veder tramontare il sole tra le vecchie case del paese fantasma. Il piccolo borgo, interessato da gravi eventi franosi nei sec XVII e XVIII, fu definitivamente abbandonato tra il 1902 e il 1908, in seguito all’emanazione di leggi speciali che sancirono il trasferimento degli abitanti in nuovo centro un chilometro più a monte. Da allora il tempo sembra essersi fermato e l’atmosfera che si respira in questo luogo difficilmente si può descrivere. Piantate pure se volete la vostra tenda dinanzi alla grande chiesa abbandonata: trascorrerete una delle notti in assoluto più magiche del vostro viaggio sulla Via Silente.
Distanza: 36 km.
Giorno 7 – da Roscigno a Teggiano – 7a Tappa de La Via Silente
Oggi lascerete il Cilento propriamente detto per dirigervi nel Vallo di Diano, attraversando la spettacolare Sella del Corticato. Se la vostra scelta sarà stata quella di dormire in tenda nel vecchio paese di Roscigno, allora dovrete raggiungere Roscigno nuovo e di qui dirigervi verso l’abitato di Sacco. Dopo poco più di tre km attraverserete uno dei ponti a singola arcata più alti d’Europa: se non avete problemi di vertigini affacciatevi a guardare la profonda gola scavata dal fiume Sammaro, che scorre 170 metri più in basso. Superato il ponte, ancor prima di entrare in paese, troverete un’insegna che vi indicherà il percorso di 1 km per raggiungere le Sorgenti del fiume: potrete scendere con la vostra bicicletta, ma la strada è molto ripida e risalire non sarà un’impresa facile. Da Sacco comincia una salita di circa 10 km che vi porterà fino a 1022 mt di altezza; la fatica verrà ripagata dallo spettacolo della Via che scorre silenziosa tra il boscoso monte Motola a sinistra (1700 mt) e il frastagliato profilo del Cocuzzo delle Puglie a destra (1428 mt) e nei mesi tardo primaverili il paesaggio si tinge del giallo oro della ginestra. Raggiunta la sommità della Sella, guardando in basso verso la valle, si scorge l’abitato di Teggiano. Se siete partiti presto da Roscigno potrete forse godere dello spettacolo del paese che emerge dalla cortina nebbiosa del vallo. Con una discesa piacevolissima e una panorama straordinario sulla valle, raggiungerete i piedi del costone su cui poggia Teggiano. Il paese, probabilmente fondato dai Lucani verso il IV sec a.c., è conosciuto anche come Paese dalle tante Chiese. La prima che si incontra risalendo il costone è la chiesa della SS Annunziata, di fondazione angioina (inizi XV sec). La strada vi condurrà sull’ampia Piazza del Municipio a poca distanza dalla quale si trova la Chiesa di San Francesco con il suo portale del 1307. Sempre in Piazza Municipio svetta il campanile della Cattedrale di S.Maria Maggiore, sorta nel 1275. Da un vicolo parallelo, si entra nel duomo attraverso un magnifico portale del 1279, opera di Melchiorre di Montalbano. Tra le viuzze del paese: la Chiesa di San Pietro, probabilmente costruita nel XIII sec sul tempio di Esculapio; la Chiesa di Sant’Agostino, risalente al 1370; quella di San Martino, rinascimentale, ma oggetto di numerosi restauri. Scendendo al margine sud dell’abitato, s’incontra la Chiesa di S.Angelo (o S.Michele Arcangelo), risalente al XII sec. Dal lato opposto del paese, a nord, si giunge alla Chiesa della SS.Pietà con annesso convento, fondati nel ‘300 e originariamente occupati dalle Benedettine, trasferitesi nel 1470 al centro della città. Il paese di Teggiano ospita anche un importante Museo delle Erbe situato in prossimità dell’antico Convento della SS. Pietà e punto di riferimento per studiosi e ricercatori ma anche contadini e massaie del posto.
Distanza: 32 km.
Giorno 8 – da Teggiano a Sanza – 8a Tappa de La Via Silente
La vostra ottava tappa vi riporterà dal Vallo di Diano al cuore del Parco Nazionale del Cilento, ma non senza aver prima visitato una delle più grandi meraviglie di questa Via: la Certosa di San Lorenzo, meglio nota come Certosa di Padula. Da Teggiano alla Certosa il passo è breve, ma ancor prima di raggiungere il monastero merita assolutamente una visita il Battistero di S.Giovanni in Fonte (o di Marcelliano), unico in Italia per la presenza di una sorgente al centro della chiesa, con le acque raccolte in una vasca per il battezzo per immersione. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti cristiani di età costantiniana, fondato nel IV secolo da papa Marcello I; databili a quell’epoca sono anche dipinti raffiguranti i quattro Evangelisti. (Il Battistero si trova in Via S. Giovanni in Fonti 1, Fonti – Padula) Ai piedi dell’antico paese di Padula si erge l’immensa Certosa di S.Lorenzo, la più grande d’Italia, fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino sul sito di un antico cenobio. La costruzione fu molto lenta e si protrasse sino alla metà dell’Ottocento, ma l’aspetto prevalente è comunque quello barocco dei sec XVII e XVIII. Qui fu ospitato Carlo V nel suo viaggio di ritorno da Reggio a Napoli, dopo la presa di Tunisi (1535). Secondo la tradizione, in quell’occasione fu preparata dai monaci una frittata di 1000 uova per sfamare la corte dell’imperatore. I Francesi soppressero il monastero nel 1806, depredandolo di molte delle sue opere e trasformandolo in una caserma. Tornati nel 1815, i Certosini furono definitivamente allontanati nel 1866. Venne usato come campo di concentramento sia durante la Grande Guerra che nel 1944. La Certosa fu colpita dal sisma del 1980, è da allora è oggetto di un attento restauro, diventando luogo per mostre e manifestazioni importanti. Dal 1997 è Patrimonio UNESCO dell’Umanità. L’accesso è davanti ad una scala in discesa, con un grande portale bugnato che introduce in un cortile rettangolare con sullo sfondo la monumentale facciata settecentesca, che costituiva il vero ingresso al complesso monastico. Tra gli ambienti si distingue soprattutto il vastissimo Chiostro Grande, ma prima di accedervi, al lato del corridoio, una porticina conduce ad un’elegantissima scala elicoidale di collegamento alla biblioteca, pavimentata di maioliche e di tele del XVIII sec. Il Chiostro Grande risale al 1690 ed è il più grande d’Europa con i suoi 15.000 mq, con un portico di 84 archi su pilastri bugnati. Dal grande cortile potrete vedere l’abitato di Padula, che da qui appare quasi sospeso sui tetti della Certosa. Se avete gambe per risalire la china, vi consigliamo la visita al centro storico di Padula con la Chiesa di San Michele Arcangelo che si innalza al di sopra delle abitazioni e il convento e la Chiesa di sant’Agostino, costruiti verso il XIV secolo. Nel centro storico notevole è anche la Casa-Museo di Joe Petrosino, dedicata al celebre poliziotto italo-americano, con documenti e oggetti appartenuti o legati alla sua figura. Lasciando Padula si eviterà gran parte della trafficata SS19 dirigendosi verso Arenabianca e da lì scendendo a Montesano Scalo. Qui si attraversa rapidamente la SS19 immettendosi su di una strada secondaria che arriva alla rotonda dove si seguono le indicazioni per Buonabitacolo. In questo paesino a Maggio si prepara la Festa della Cuccìa, zuppa di legumi e cereali fatti cuocere prima separatamente e mescolati tutti insieme soltanto alla fine. Chiedetene un piatto nelle trattorie in paese, vi garantirà energia sufficiente per riprendere il cammino verso Sanza, vostra meta di oggi.
Distanza: 35 km.
GIORNO OPZIONALE: da Sanza a Monte Cervati e ritorno (opzionale) – 9a Tappa de La Via Silente
Giunti alla nona tappa vi si mette di fronte ad una scelta importante: quella di ripartire con tutta calma per raggiungere Casaletto Spartano oppure quella di scalare i 1898 mt del Monte Cervati, la più alta montagna della Campania. Se sceglierete questa seconda opzione sarà necessario che vi prepariate adeguatamente: il Cervati è spettacolare, ma dovrete affrontare 24 km in salita di cui 7 su asfalto e 17 su sterrata, con l’ultimo tratto da fare a piedi trascinando la bici. Per questo motivo vi consigliamo di lasciare le vostre borse nella struttura che vi avrà ospitato durante la notte e portare soltanto uno zainetto per il pranzo a sacco. A 1100 metri di altitudine, in località Colle del Pero, incontrerete un cartello che vi indicherà l’Affondatore di Vallivona; seguire l’indicazione vi porterà momentaneamente fuori percorso, ma in 10 minuti raggiungerete l’imbocco di una galleria lunga circa 400 metri. Per attraversarla a piedi sarà indispensabile l’uso di una torcia per la totale mancanza di luce al suo interno e l’uso di scarpe con suola antiscivolo. Alla fine del tunnel sbucherete nell’inghiottitoio: la sensazione sarà quella di avere attraversato la galleria del tempo. Le pareti del cratere alto 100 metri, sono tappezzate da specie igrofile sviluppatesi grazie al particolare microclima presente in questo luogo. Le enormi foglie di Farfaracchio maggiore (localmente chiamati pàmpani) sembrano quelle di un sottobosco preistorico. Riattraversate la galleria al contrario, riprendete il vostro mezzo (che sarà bene aver assicurato con una catena a qualche albero) e ritornate sullo stradone che vi condurrà in cima al Monte Cervati e al Santuario della Madonna della Neve. Qui lo spettacolo della natura non ha eguali. Siamo al di sopra della linea altimetrica boschiva dove solo i Ginepri prostrati riescono ancora a vegetare. Tutto intorno, roccia calcarea affiorante e silenzio. Non esiste posto migliore che questo per ringraziare chi un giorno vi avrà parlato di quella Via Silente, cosi lontana dal mondo e cosi vicina a Dio.
Distanza: 54 km.
Giorno 9 – da Sanza a Casaletto Spartano – 10a Tappa de La Via Silente
Questa è la tappa in cui, dopo tanti chilometri, rivedrete il mare anche se ancora non potrete approfittarne per un bel bagno. Il percorso non è da sottovalutare a causa dei continui cambi di pendenza che vi costringeranno ad uno sforzo notevole. Ad appena 15 km da Sanza potrete comunque già fermarvi in uno dei bar di Caselle in Pittari e se capitate qui nel mese di luglio, potrete assistere ad una delle manifestazioni più originali e caratteristiche del territorio cilentano: il “Palio del grano”. Otto rioni casellesi, gemellati con altrettanti paese cilentani, si sfidano in un’appassionante gara di mietitura fatta manualmente, alla maniera antica. E intanto le massaie preparano i cibi che saranno consumati dopo la gara e le vie del paese sono tutte adornate con bandiere, nastri e scudi con i colori dei rioni. Organizzando il vostro viaggio in concomitanza di questo evento vi garantirete una straordinaria esperienza di viaggio nel tempo, quel tempo contadino fatto di lavoro, semplicità e tanta allegria. Si lascia Caselle in Pittari e si prosegue a sud, lungo la vecchia SS517 (con una deviazione a destra lunga 1,5 km che aggira una grossa frana), fino al bivio con la SP210 che risale e conduce al paesino di Sicilì. Circa un chilometro dopo il centro abitato il percorso passa su un ponte del Bussento, dove consigliamo di fare una breve sosta all’area attrezzata sulle sponde del fiume. Qui il Bussento scorre ampio e poco profondo, circondato da una bella cortina di vegetazione ripariale. Può essere utile fermarsi prima di affrontare la salita piuttosto lunga fino a Morigerati, bel centro abitato cui il Touring Club ha assegnato la prestigiosa Bandiera Arancione. Il percorso vi condurrà proprio nella piazzetta del paese e di lì potrete raggiungere la chiesa di San Demetrio, infilandovi sotto l’arco del Castello Baronale: il sagrato della chiesa costituisce un vero belvedere con un notevole panorama sulla valle. Non lasciate Morigerati senza aver prima visitato uno dei siti naturalistici più interessanti di tutto il percorso: l’Oasi WWF delle Grotte del Bussento, dotato di un percorso natura che partendo dal centro abitato vi condurrà fino al fondo della Gola scavata dal Bussento. Qui l’habitat è davvero suggestivo: il fiume, le cui sorgenti si trovano sul versante meridionale del Monte Cervati, si inabissa in prossimità di Caselle in Pittari, per riemergere dalle viscere della terra dopo 5 km di percorso sotterraneo in prossimità della Grotta dell’Inferno. Nell’Oasi una copiosa sorgente sgorga impetuosamente sotto il vecchio mulino ed è sicuramente una delle immagini più belle del Cilento interno. Ritornati in paese, prima di ripartire, prendetevi ancora un po’ di tempo per visitare il Museo Etnografico silvo-pastorale, sorto nel 1976 per volere di Clorinda e Modestina Florenzano. Si lascia quindi Morigerati da nord e si risale la strada fino al bivio con SP16 girando a destra per Casaletto Spartano. Appena fuori dal paese, sulle sponde del Rio Casaletto (o Torrente Bussentino) vi aspetta un’altra meraviglia di questo territorio cosi ricco di sorprese: “i Capelli di Venere”, una singolare piccola cascata creata dallo scorrere dell’acqua di una sorgente su una folta una cortina di muschi. Alla fine della giornata, Casaletto e la sua frazione Battaglia vi accoglieranno in una delle soste più silenti di tutto il percorso.
Distanza: 44 km.
Giorno 10 – da Casaletto Spartano a San Giovanni a Piro – 11a Tappa de La Via Silente
Alla fine dell’undicesima tappa ritroveremo il mare, quello dello splendido Golfo di Policastro. Partendo da Casaletto Spartano (o dalla vicinissima frazione Battaglia) si prosegue verso Tortorella, centro abbarbicato su di un formidabile costone (I Rupazzi) sovrastante il Rio Casaletto. Alla piccola rotonda sotto il paese, prendete la strada, più stretta, che scende sulla destra. Questo percorso, in gran parte in discesa, attraversa lunghi tratti boscosi fino ad arrivare ad un incrocio tra diverse strade. Alla destra rispetto a quella con indicazione Villammare (segnata con un grosso blocco cementizio) vi è un’altra discesa più stretta, che, dopo circa 2km, s’innesterà sulla SP210, non prima però di avervi offerto qualche scorcio sul mare del Golfo. All’innesto, proseguite diritto (direzione sud) per circa 600mt fino ad un secondo innesto. Qui si può decidere di continuare sempre avanti e arrivare direttamente sulla costa, attraversando prima Vibonati, bel paese adagiato su di un crinale ricoperto da uno degli ultimi boschi di sughero. La Via più Silente è però quella che svolta a destra in direzione Santa Marina. Il percorso scende quindi verso Policastro Bussentino e in molti scorci appare il lontananza il Monte Bulgheria, dal brullo profilo apparentemente piramidale. A Policastro si passa davanti all’ex Cattedrale dell’Assunta e si scorgono i resti delle fortificazioni bizantine. Passati sotto la ferrovia, si prosegue in direzione di Scario. Questo piccolo borgo marinaro è tra i più belli e rinomati del Cilento, caratterizzato in particolare dal porto con la chiesa dell’Immacolata. Conviene fare una sosta qui, all’ombra dello slanciato campanile o arrivare nei pressi del faro dall’altra parte del paese, prima di riprendere il cammino che risale notevolmente lungo un tratto di ben 7 km, fino al paesino di Bosco. Il paese è noto per l’eccidio della popolazione locale ordinato dal generale Del Carretto durante la repressione borbonica del 1828 che sancì anche la soppressione del comune (oggi è frazione di S.Giovanni a Piro). A ricordo di questa strage, l’esule spagnolo José Ortega dipinse 196 maioliche all’ingresso del paese. A Bosco l’artista, allievo di Picasso, visse vent’anni e la sua dimora in piazza Santa Rosalia oggi è una Casa-Museo, aperta tutti i giorni dal 15 Giugno al 15 settembre (nei restanti mesi occorre prenotare). Si lascia Bosco e si torna indietro al bivio, per riprendere a destra la SS562 sino al paese di tappa, San Giovanni a Piro, ormai a pochi chilometri. Il centro è sorto presumibilmente per mano di profughi di Policastro in fuga dall’attacco saraceno del 915. Nei dintorni si trovano i resti dell’importante Cenobio di S.Giovanni Battista, fondato nel 990 in località Ceraseto da monaci italo-greci. Notevole inoltre il Santuario della Pietrasanta, posto su di un costone roccioso, a circa 2 Km dal centro abitato. Furono, molto probabilmente i monaci del vicino Cenobio a scolpire, verso il 1200, sulla monolitica punta del monte Piccotta, la statua della Madonna, formando un solo corpo con la nicchia incavata nella pietra. Per chi volesse trattenersi qui più di un giorno, dal paese un sentiero conduce verso la cima del monte Bulgheria (m 1215) mentre un’altro bellissimo percorso vi porterà sull’incantevole spiaggetta del Marcellino. Se invece avete fretta di ripartire prendetevi almeno il tempo di un saluto al Golfo di Policastro dallo splendido belvedere di Ciolandrea. Nelle giornate più terse di qui è chiaramente visibile il Cristo di Maratea e si può addirittura scorgere la sagoma dello Stromboli nelle isole Eolie.
Distanza: 34 km.
Giorno 11 – da San Giovanni a Piro a Palinuro – 12a Tappa de La Via Silente
Oggi raggiungerete due dei luoghi balneari più belli di tutto il litorale tirrenico: Marina di Camerota, premiata da Legambiente nel 2013 e nel 2014 per la spiaggia più bella d’Italia e Palinuro, con le sue splendide grotte, l’arco naturale e le lunghe spiagge di sabbia fine. Nel periodo estivo e in particolare in Agosto, questo tratto di Via Silente si anima grazie ai numerosi locali che richiamano ragazzi da ogni parte d’Italia. A Marina di Camerota, a cavallo tra i mesi di Maggio e Giugno e per tre giorni consecutivi, si svolge la rassegna musicale “il Meeting del Mare”: dal 1997 ad oggi si sono avvicendati sui suoi palchi artisti di fama nazionale ed internazionale. Ma la vera attrazione di questi luoghi è la natura: Baia degli Infreschi è solo una delle splendide spiaggette di questo pezzo di costa tirrenica. Raggiungibile via mare o con un trekking attraverso la profumatissima macchia mediterranea, la baia si presenta come insenatura ad arco delimitata da scogliere rocciose, lambite da un mare limpidissimo dalle tonalità cangianti. Su queste scogliere cresce la Primula Palinuri, specie protetta, endemismo e simbolo del Parco Nazionale del Cilento. Da Marina di Camerota si continua verso Palinuro, stretti tra il mare a sinistra ed alte e scure falesie a destra. Di fronte a voi, il maestoso profilo di Capo Palinuro, proteso nel mare come un’immensa nave di roccia. Alla sommità del promontorio, il moderno faro, fondamentale riferimento per le imbarcazioni che solcano queste acque. Se foste in viaggio nel tardo pomeriggio, verreste accompagnati dal suo fascio luminoso, silenziosa e suggestiva presenza che vi guida mentre vi avvicinate al paese di Palinuro. Nato come piccolo porto di pescatori in una conca ai piedi del Capo, il centro abitato è oggi una rinomata meta per i turisti, attratti dagli splendidi arenili incastonati tra le alte scogliere del capo.
Distanza: 37 km.
Giorno 12 – da Palinuro a Ceraso – 13a Tappa de La Via Silente
Una tappa tutto sommato semplice quella di oggi, con i primi 13 km vista mare e i successivi che vi riporteranno verso l’interno, in direzione del piccolo centro di Ceraso. Lungo il vostro percorso incontrerete l’incantevole Pisciotta, situato a mezzacosta, su di un’altura dominata dal grande Palazzo Marchesale. Val la pena fermarsi in una delle sue caratteristiche piazzette a bere qualcosa o fare scorta di frutta sulle bancarelle lungo la strada, prima di prendere la Via che vi riporterà verso l’interno. Il primo centro abitato che s’incontrerà sarà Rodio, posto a pochi chilometri dalla costa in linea d’aria, ma sorprendentemente distante da essa dal punto di vista percettivo per via della Tartana, collina che delimita a sud la stretta valle in cui sorge il paese e che chiude la vista al Tirreno. Si lascia Rodio su di un’impegnativa salita che scollina nei pressi di un bivio; di qui si gira a sinistra in direzione di Catona. Superata Catona, si continua per Terradura ma ancor prima di raggiungere il paese, la Via gira a destra e risale fino al paesino di Santa Barbara, sorto attorno ad una chiesa attestata sin dal 977 e attribuita a monaci greci, forse in fuga dalla Velia medievale, per la malaria e la paura degli assalti pirateschi. Pochi chilometri ancora e si è a Ceraso, luogo di conclusione della tappa. La parte più vecchia di questo borgo è il rione “mpieri Ceraso” (ai piedi di Ceraso) dove è anche ubicata la Chiesa di San Nicola di Bari. Altri edifici di rilevanza storica sono i palazzi “Lancillotti” e “Di Lorenzo”. La tappa può anche essere conclusa appena un paio di chilometri oltre, nei paesini di Massascusa o San Biase, frazioni di Ceraso.
Distanza: 22 km.
GIORNO OPZIONALE: da Ceraso a Monte Gelbison – 14a Tappa de La Via Silente
Dopo la vetta del Monte Cervati, quella del Monte Gelbison è il secondo punto più alto della Via Silente: 1705 metri slm. La scalata al monte comincia ad una decina di chilometri dalla partenza, in corrispondenza dell’abitato di Novi Velia, con la sua isolata torre normanna. Raggiunta una rotonda all’ingresso del paese, si prosegue verso destra seguendo Via Monte Gelbison fino ad un cartello che indica l’antico sentiero dei pellegrini. Di qui la salita continua inesorabile: ad ogni curva si spera di vedere la montagnola di pietre votive che indica l’ingresso al Santuario, ma la strada sembra non finire mai. Dato il forte dislivello la vegetazione cambia velocemente: tra i 600 e gli 800 metri dominano i popolamenti del genere Quercus; nelle aree più soleggiate prevale la Roverella, ma ritroviamo anche grossi esemplari di Rovere, Farnia e Cerro. L’ontano Napoletano prevale nella zona più umida del percorso, quella che costeggia il torrente Torna. Salendo ancora cominciano a farsi vedere i grandi esemplari di castagno che cedono presto il passo ad abeti di diversa specie. L’ontano napoletano ricompare immediatamente prima del pianoro di Fiumefreddo dove, dalla sorgente omonima, sgorga acqua sempre limpida e fresca. Vi consigliamo di far rifornimento perché siete ancora troppo lontani dalla cima. Alle spalle della sorgente il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di un fitto bosco di abeti ma sarà l’incontro con i maestosi esemplari di faggio a suggerirvi che la vetta è vicina. Finalmente, dopo un breve tratto privo di curve, raggiungerete la “croce di Rofrano”, ovvero il punto d’incontro fra i due sentieri che risalgono la montagna dai due differenti versanti. Nello spiazzo il cumulo di pietre sormontato da una croce (i “monti di pietà”), segno secolare della devozione dei pellegrini. Se siete arrivati fin qui senza trascinare la vostra bicicletta è arrivato il momento di scendere dalla sella. Il santuario infatti dista ancora qualche metro e l’ultimo tratto coincide con l’antico sentiero lastricato in pietra locale.
Il Santuario della Madonna del Monte Sacro di Novi Velia sorge sul sito di un antico luogo sacro, forse un tempio italico. Certamente era già conosciuto nel IX sec: infatti Gelbison deriva da Gebel-el-son, in arabo Monte dell’Idolo e la denominazione dovrebbe essere attribuita ai pirati musulmani di stanza ad Agropoli. Il santuario cristiano potrebbe essere opera di monaci basiliani italo-greci. Il primo documento attestante l’esistenza del Santuario risale comunque solo al 1131, e cita la rupis Sanctae Maria nel feudo di Rofrano (l’altro versante del monte rispetto a Novi Velia). Sul punto più alto del monte è situata la grande croce in travi d’accaio su cui è anche possibile salire. La struttura in estate è illuminata ed è visibile a decine di chilometri di distanza. L’area del santuario vero e proprio è composta da numerose costruzioni in pietra a vista e la chiesa si trova su di una ampia piazza. All’interno della chiesa, alle spalle dell’altare, si trova la statua lignea della Vergine seduta col Bambino. A questa statua si lega la leggenda della fondazione del santuario, seguita al suo ritrovamento in una grotta da parte di alcuni pastori di Novi. La piazza costituisce invece un bellissimo belvedere con splendidi panorami che spaziano su tutto il Cilento fino ai lontani Lattari e Picentini a nord, ed il Pollino e la costa calabrese a Sud. Appena oltre il parapetto del belvedere si nota un pinnacolo di roccia: la gente del posto lo chiama “la ciampa re cavallo”. Esprimete un desiderio provando a lanciare una monetina sulla sua sommità a scodella… potrebbe realizzarsi proprio ora, mentre vi trovate a 1705 metri, sulla Via Silente!
Distanza: 22 km.
Giorno 13 – da Ceraso (o Monte Gelbison) a Castelnuovo Cilento – 15a Tappa de La Via Silente
La vostra avventura sulla Via Silente sta per concludersi. Dinanzi a voi ancora una sessantina di chilometri da percorrere prima di lasciare definitivamente il Cilento e la sua gente. L’ultima tappa è conosciuta anche come tappa degli artisti: dalla musica alle arti figurative, nulla verrà tralasciato per salutare il vostro passaggio sul territorio cilentano. La discesa dal monte Gelbison, di primo mattino, non sarà stata cosa facile: anche in Agosto a queste altitudini le temperature sono piuttosto basse e conviene coprirsi bene, con guanti e giacca a vento prima di mettersi in marcia. Da Novi Velia, vi sposterete in direzione di Cannalonga. Entrambi i piccoli borghi, tra loro confinanti, sono noti per manifestazioni popolari di grande successo, rispettivamente il Festival Degli Antichi Suoni a Novi e la Fiera della Frecagnola a Cannalonga, .Si tratta, nel primo caso, di una manifestazione che chiama a raccolta i suonatori di ciaramelle, zampogne, chitarre battenti, organetti e flauti, da tutto il Sud Italia; nel secondo, di una fiera ultracentenaria caratterizzata dalla preparazione, nelle tradizionali baracche, del bollito di capra, antico piatto locale. Tra Agosto e Settembre il Cilento è tutto in festa. Moio della Civitella, a qualche chilometro da Cannalonga, è sede della manifestazione Mojoca. Ogni anno, nei primi di Agosto, il paese si trasforma in un grande palcoscenico richiamando tra i suoi vicoli e le sue piazzette, artisti di strada provenienti da ogni parte d’Italia. Quasi unita a Moio si trova la frazione Pellare, dove ha sede il Museo della Civiltà Contadina del Cilento ed il laboratorio del grande artista scultore Emanuele Stifano. Passate a fargli visita, sarà ben felice di mostrarvi le sue opere e parlarvi del suo lavoro. Da Pellare il percorso prosegue in direzione di Gioi dove un altro grande autore cilentano, il pittore Mario Romano, vi aspetterà nella sua casa museo e, se sarete fortunati, vi accompagnerà in visita alle antiche chiese del paese. Oltrepassato Gioi, si raggiunge Piano Vetrale, centro noto per i numerosi murales e per aver dato i natali al maggior artista del Cilento, Paolo De Matteis, stimatissimo pittore di livello europeo, attivo soprattutto nella Napoli barocca a cavallo del Sei-Settecento. Si abbandona l’abitato attraverso una bella discesa sino alla sottostante valle, dove un lungo rettilineo vi ricondurrà di nuovo alla Piana dell’Alento, all’altezza di Omignano Scalo. Attraversando il paese reggiungerete prima Vallo Scalo e, all’ultimo incrocio, svoltando a sinistra Castelnuovo Cilento: la torre merlata che s’intravede tra le fronde del bosco è pronta a darvi il bentornato mentre concludete il vostro straordinario viaggio lungo la Via Silente.
Distanza: 60 km.
Giorno 14 – Fine del viaggio
Il viaggio finisce dopo la colazione di oggi. Su richiesta trasporto privato ti porterà in stazione, Napoli o Salerno. Un trasferimento via taxi verso altre destinazioni potrà essere organizzato si richiesta.
ALLOGGI E PASTI
Tutti i pernottamenti sono in bellissimi e caratteristici hotel, B&B e agriturismi (generalmente 3 stelle). Tutte le stanze sono dotate di tutti i confort.
Per alcuni giorni le cene sono già incluse. Per gli altri giorni siete liberi di organizzare la cena come preferite. Su richiesta i pasti possono essere prenotati in ottimi ristoranti.
Nessun pranzo a sacco è incluso nel prezzo, ma può essere preparato su richiesta dalle strutture ospitanti. In alternativa tutto l’occorrente per il pranzo a sacco può essere acquistato nel paese dove alloggerete.
LIVELLO DI DIFFICOLTA’
Da facile a medio (2-3): prevalentemente medio con qualche lunga salita. Tutte le strade sono asfaltate e tranquille, con poco traffico eccetto in alcuni periodi dell’estate lungo la costa. E’ possibile prolungare di qualche giorno.
Fitness: Qualche esperienza pregressa di cicloturismo e una buona condizione fisica sono necessarie a garantirvi un viaggio più piacevole. Dovresti essere in grado di pedalare per diverse ore al giorno, anche con il caldo.
IN QUESTO PACCHETTO OFFRIAMO:
- Pernottamenti: 13 notti in hotel***, B&B o agriturismo – come i seguenti (o simili):
2 notti Hotel*** o agriturismo Castelnuovo Cilento/Casalvelino HB
1 notte Villa Canniclo – BB – Cannicchio (Pollica)
1 notte B&B La Carosella – BB – Vatolla
1 notte B&B Il Portigo – BB – Stio
1 notte Antico Castagneto – HB – Sicignano
1 notte B&B Vittoria – HB – Roscigno
1 notte Hotel Antichi Feudi – BB – Teggiano
1 notte Affittacamere Relax – BB – Sanza
1 notte Palazzo Galotti – BB – Casaletto Spartano
1 notte Albergo La Pergola – HB – San Giovanni a Piro
1 notte Agriturismo Isca della Donne – BB – Palinuro
1 notte Agriturismo ‘La Petrosa’ Ceraso – HB
- Pasti: 13 colazioni, 6 cene
- Dettagliate informazioni di viaggio, con descrizione dei percorsi e guida turistica.
- Mappe in scala 1 : 50.000 (o più) ; tracce GPS opzionali
- assistenza 24/7
- Trasferimenti privati come precedentemente specificato
Non incluso
- Trasporto bagagli
- Tasse aeroportuali e VISA
- Assicurazione di viaggio
- Bevande e pasti non menzionati nell’itinerario
- Tour o attività opzionali
- Mance
- Oggetti personali
- Noleggio bicicletta (disponibile su richiesta: genius-loci.it/tour/rental-bikes )
ARRIVO E PARTENZA
Arrivo: Se viaggiate in treno, la stazione di riferimento è Vallo della Lucania-Castelnuovo. In aereo potete atterrare a Napoli, l’aeroporto più vicino. Da lì potete raggiungere Castelnuovo Cilento, tappa iniziale del viaggio in treno, passando per Salerno e Paestum.
Partenza: Il viaggio termina dopo la colazione a CASTELNUOVO CILENTO il 14esimo giorno. Su richiesta accompagnati alla vicina stazione dalla quale raggiungerete Salerno o Napoli.
N.B. Il trasporto dei bagagli NON è incluso nei prezzi indicati. E’ disponibile su richiesta al costo di € 140 a persona (minimo 2 persone). Contattateci per termini e condizioni.
You can book this tour with a minimum of 1 person. | |
There are a very limited number of available places on these dates. Immediate booking is recommended. | |
Availability and prices on request. |
- Prices are per person and based on the season within which the first night of the tour falls.
- Prices are based on 2 people sharing double or twin accommodation. Single rooms (double rooms – single) are available on most trips however the supplements listed apply.
- If you are travelling alone then on some trips (which include taxi transfers) a ‘Solo Traveller Supplement’ will be applied instead of the normal single supplement.
- Prices are expressed in Euro’s. There will never be a currency surcharge.
- Actual exchange rates: GB £ - US $ - CAN $ - CHF - DKK - SEK - NOK - Other currencies.
VARIAZIONI
E’ possibile aggiungere pernottamenti extra in ciascuna struttura. In tal caso vi verranno fornite tutte le informazioni necessarie!!! E’ possibile anche prolugare il viaggio per visitare Salerno o per pedalare lungo la costiera amalfitana. Prezzi e informazioni su richiesta.
Per i ciclisti più allenati – preferibilmente con bici da corsa – è possible aggiungere al tour due loop extra, alle vette più alte del Cilento: Mt. Cervati e Mt. Gelbison, soggiornando due notti extra, rispettivamente a Sanza ed a Ceraso.
Offriamo anche versioni più brevi della ‘Via Silente’; presto sarà possibile percorrere l’intera “Via” in 2 o 3 tour diversi. Scopri la versione ‘Cilento Antico’ un tour di 6 giorni , che copre la meravigliosa prima parte del tour, il Cilento occidentale.
This tour is also being offered in English – complete with Route Notes & Maps: check out the ‘Via Cilento’.